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Tag Archives: Clio

Rossetto e cioccolato

Lo ammetto, ho ceduto anch’io alle tentazioni della moda e da qualche mese sono passata dal “vadobenecontutto” gloss nature ad un più impegnativo rossetto rosso fuoco.

Nella scelta però, ho sottovalutato le conseguenze della moda.

Quando acquisti un rossetto rosso fuoco, non c’è il bugiardino del make up, che ti avvisa su cosa si deve o non deve fare; non c’è neanche una Clio a portata di mano che ti insegna i trucchi per i trucchi. Non c’è nulla di tutto ciò.

Quando acquisti un rossetto rosso fuoco, ti ritrovi sola davanti allo specchio ed è li che inizia la lotta: l’effetto Joker è sempre dietro l’angolo. Dimenticate le bocche perfettamente disegnate delle riviste di moda; Vanity Fair è un mondo fatto di labbra carnose e rosse al punto giusto, riservato a poche elette. La realtà, per noi povere mortali, prevede denti segnati di rosso e labbra a macchia di giaguaro.

Quando acquisti un rossetto rosso, pensi immediatamente: con questo lo conquisto. Mi presento con due labbra rosse così, ogni tanto faccio finta di mordicchiarmi il labbro inferiore e la serata è fatta.

Mai pensiero è stato più sbagliato: avete mai provato a baciare con un rossetto rosso? Se sull’uomo, le tracce del vostro rossetto, lo faranno apparire come un gran Don Giovanni  (non è un caso che ci sono pagine e pagine di libri e scene e scene di film che trattano l’argomento: uomo e macchie di rossetto) su di noi, quel rossetto, verrà spalmato su tutta la faccia, provocando l’effetto “ho sbattuto la faccia in un piatto di pasta al pomodoro”.

Quando acquisti un rossetto rosso, non tieni conto che, anche mangiare o bere diventa un’impresa difficile, subito si palesa il dilemma: mangio, rovino il rossetto, vado in bagno a ritoccarlo, rimangio, rovino il rossetto, ritorno in bagno a ritoccarlo e così per tutta la serata o dico che non ho fame e sono fantastica per tutta la sera?

Bene, quando sono arrivata a pormi questa domanda davanti ad una tazza di cioccolata calda, ho fatto la mia scelta: ho preferito la cioccolata che, diciamocelo, è anche più afrodisiaca del rossetto rosso

L’Italia è una Repubblica fondata sui blog

Il Movimento Cinque Stelle è nato da un blog e Grillo, unico e vero leader del Movimento (nonostante i grillini cerchino di convincerci e autoconvincersi del contrario) è uno dei più famosi e potenti blogger al mondo.

Claudio Messora (collaboratore de il Fatto quotidiano online) e Daniele Martinelli (nel 2009 cronista giudiziario per il blog di Antonio Di Pietro curato da Casaleggio e nel 2010 candidato alle regionali proprio per l’Idv) sono due blogger di successo scelti, sempre da Grillo, come coordinatori dei due gruppi di comunicazione per la Camera e il Senato.

Il Movimento Cinque Stelle, oggi, è in Parlamento e in Senato ed è uno dei partiti più importanti in Italia. La premessa fatta, unita all’ultimo dato, ci porta alla chiara e semplice conclusione che: l’Italia è una Repubblica fondata sui blog.

Negli ultimi anni avere uno spazio virtuale su cui poter scrivere i propri pensieri, senza molte censure, controlli e attraverso cui far passare delle informazioni, ha pian piano sostituito il confronto diretto, il faccia a faccia fatto attraverso la parola detta e reale. Sempre più spesso, il blog è diventato una sorta di Bibbia mediatica, da dove viene diffuso il Verbo ed ha sostituito i talk show televisivi politici (nelle stesse trasmissioni sono sempre più frequenti gli ospiti-blogger o notizie prese direttamente dai blog). Al blogger è stato conferito (da chi?) il ruolo di nuovo Dio.

Appare ormai chiaro che, la famosa gavetta, fatta all’interno delle piccole sedi di partito a “togliere la cera e mettere la cera” come ci insegna il buon e vecchio Karate Kid, armati di pazienza zen e tanta buona volontà e voglia di conoscenza è una modalità che non va più di moda. Oggi, nel manuale dei “giovani politici” la prima e fondamentale regola è: AVERE UN BLOG.

“Ma’ ndo vai se un blog non ce l’hai….”? Se non hai un blog di successo non puoi candidarti neanche a fare l’amministratore di condominio e a nulla importa se non hai competenze specifiche, il numero di “amici”, “follower” e “ seguitori vari” varranno molto di più di anni di esperienza sul campo. Sono pronta a ritrovarmi su YouTube, accanto ai tutorial di make up di Clio, quelli dedicati al “bravo politico” (alcuni neo eletti ne avrebbero tanto bisogno).

Alla fine di questa breve e caotica riflessione mi chiedo: ma anche Pertini e  Berlinguer oggi avrebbero avuto un blog?