Un anno fa esultavamo, sbagliando, per la morte di un uomo.
Un anno fa, è stato sbagliato, esultare per la morte di Licio Gelli.
Un anno fa esultavamo, sbagliando, per qualcosa che non finirà mai.

Il “metodo Gelli” lentamente e costantemente, e’ riuscito a strisciare tra le generazioni; si è intrufolato, radicandosi, nei corridoi dei Palazzi sacri, profani e tra le piccole stanze.

È arrivato, attraverso il tubo catodico, nei nostri salotti “buoni” di casa, tra l’odore della cena e la stanchezza di una giornata di lavoro sulle spalle, abbagliandoci con musichette, paillettes e lustrini.

Noi, abbiamo fatto finta di rimanerne colpiti, indignati, preoccupati ma non l’abbiamo combattuto (come potevamo? o meglio: potevamo?).

Abbiamo imparato a riconoscerlo e riconoscerci, a renderlo nostro modello di vita, camuffandolo col solito stanco “questa è l’Italia”.

Licio Gelli non è morto, altrimenti saremmo morti anche noi.