Se stanotte fossi stata Agnese, avrei abbracciato Matteo, lontano dalle telecamere, dai giornalisti.
Lontano dalla politica e dalle grandi stanze delle decisioni.

L’avrei stretto forte a me, appoggiando la mia testa al suo petto per ascoltare il battito del cuore e, senza guardarlo, avrei detto “Sì…ti amo anch’io”.

Ti amo perché mi hai voluta accanto durante il momento più difficile e complicato della tua carriera politica.
Hai voluto che fossi io la tua forza, il tuo futuro, il tuo punto fermo.

Ti amo per la leggera, vera e umana inflessione della voce avuta mentre parlavi dei tuoi figli…dei nostri figli.

Ho iniziato ad amarti di più quando, davanti a tutta l’Italia e al mondo intero, mi hai ringraziato per i mille giorni di rinunce e sopportazioni, voltandoti e guardandomi negli occhi. Hai guardato me. Hai ringraziato me.
Mi hai detto molto più di quello che c’era scritto sui fogli bianchi e diplomatici tra le tue mani.
Mi hai dato un ruolo proprio ora che non dovevo stringere mani e sorridere ai fotografi in splendidi abiti griffati.
Io non sono di rappresentanza.
Sono parte della tua vita.

Ti amo perché hai detto forte e chiaro che non sono solo un ombra alle tue spalle ma sono la tua Donna, che ci sono stata e ci sarò.

Ti amo perché in quel momento, il politico perdeva, l’uomo…il mio uomo, vinceva e lo faceva dimostrandosi veramente vero, per la prima volta e per pochi secondi, in diretta nazionale.