Ore 00.00 = è appena iniziato il tanto temuto 21 Dicembre 2012, giorno in cui, secondo Roberto Giacobbo (non è un nuovo profeta ma  solo il vicedirettore di RaiDue), finirà il mondo, in coincidenza con il termine del calendario Maya. Sono in videochiamata Bari-Bologna con L, il padre del blog. Guardiamo fuori dalla finestra. Tutto tace. In cielo nessun ufo, nessun asteroide, nessun angelo dell’Apocalisse, neanche una goccia di pioggia che preannuncia l’arrivo di un nuovo diluvio universale

Ore 09.00 = è mattina, fuori dalla finestra il mondo sembra essere uguale a ieri e da quello che leggo su Facebook e Twitter siamo ancora tutti qui, nessuno manca all’appello.

Ore 11.11 = momento tanto temuto per l’allineamento del sole con il centro galattico. Guardo fuori dalla finestra e oltre al cielo grigio e a delle orrende decorazioni natalizie, per strada non vedo nient’altro.

Ore 17.00 = pomeriggio e qui non si vede nessuno. Non scorgo da lontano nessun copricapo vintage messicano. Ho anche fatto lo shampoo per accogliere lo straniero temporale con un minimo di decoro. Mi sono detta: oh hai dei dolci natalizi da offrire ma devi renderti presentabile, tutte le puntate viste su Real Time di “Cortesie per gli ospiti” dovranno pur servire a qualosa. Non puoi presentarti con il bulbo sporco, risulteresti sciatta.

Ore 21.00 = forse non arriva più nessuno. L’atmosfera mi ricorda il termine di una festa con molti invitati e pochi reali partecipanti.

Ore 00.00 = è appena finito un banalissimo 21 Dicembre ed iniziato un “nonsoancoracomesarà” 22 Dicembre

Ironia a parte alle ore 02.25 del 22 dicembre (soffro di insonnia ebbene si), posso dire con certezza, che oggi non c‘è stata nessuna fine del mondo.

Cosa resta di questa giornata? Resta la paura ancestrale che si è impossessata di noi negli ultimi anni, convincendoci che, il 21 dicembre 2012 sarebbe successo qualcosa di apocalittico. Resta la consapevolezza che l’uomo vuole credere di poter controllare anche la morte e che l’idea di una fine collettiva lo fa sentire meno solo. Resta la presa di coscienza che ormai, la televisione (“Voyager” docet) e il cinema apocalittico americano, influenzano moltissimo l’immaginario collettivo (“The Day After tomorrow”, “Deep Impact”, “2012” sono solo alcuni dei tanti esempi). Resta la constatazione che tutta la comunità cistranese ha grandi doti nella promozione turistica del territorio. Resta infine una riflessione, forse la più storicamente triste: ancora una volta, la grande civiltà e cultura Maya è stata saccheggiata e stravolta dal conquistadores occidentale.