L’insostenibile leggerezza dell’essere è il titolo di uno dei libri più conosciuti di Milan Kundera.  Anni fa, decisi di leggerlo, incuriosita dal titolo. L’unione delle parole leggerezza ed essere  mi affascinava: quanto siamo leggeri? Quanto ci prendiamo sul serio?

Spesso spacciamo per “leggero” il nostro modo di essere, ci trastulliamo nel gioco del “nonmiprendotropposulserio” più per autocompiacimento ed opportunismo che per nostra vera indole. Siamo bravi a recitare la parte dell’uomo o della donna “light” quando le regole del passatempo sono le nostre, basta che qualcuno cambi le carte in tavola, ribaltando la situazione e il nostro ego, improvvisamente rivendica una serietà di convenienza. Prendiamo con profonda pesantezza, quello che fino a poco prima, spacciavamo per goliardica leggerezza. Il passatempo che, ci aveva stimolato e stuzzicato, diventa improvvisamente ed inspiegabilmente pericoloso e fonte di ansia: il nostro ruolo sociale prende il sopravvento. Peccato…ma è anche vero che la leggerezza, quella vera, è una cosa seria, non è per tutti