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Tag Archives: pari opportunità

Uomini e Donne e le pari opportunità

Da qualche giorno Uomini e Donne (sì è una trasmissione che vedo. Sono una cattiva persona. Andrò all’Inferno con diavoli vestiti da tronista), accanto alle unghie finte e ai muscolieterosempreabbronzati, ha introdotto (finalmente!) il trono omo.

Un bel ragazzo (spreco della natura per noi donne etero) viene corteggiato da altri bei ragazzi (paradossalmente dall’aspetto più etero di tutti i tronisti e corteggiatori passati su quei sgabelli), lasciando fuori dallo studio le vocine in falsetto, le manine a farfallina da checche isteriche alla Enzo Miccio e gli abiti da parata del Gay Pride.

Sembrerà paradossale ma, una delle trasmissioni più trash della televisione (sempre mooolto meno di Pomeriggio/Domenica5), sta tentando una impresa che, se affidata ad altre trasmissioni impegnate, sarebbe stata fallimentare:

1. introdurre il tema della omosessualità tra un pubblico che va dalla Signora Maria al super figo palestrato, convinto di dover dimostrare tutto il suo macismo h24.
2. Dimostrare che, essere gay, non è una categoria sociale stereotipata o un fenomeno da baraccone incentrato solo su rapporti fisici e incontri casuali in discoteca.

Chapeau quindi alla Maria nazionale se, alle 15 del pomeriggio, nella tv generalista e macista, ha l’ambizione di parlare di sentimenti omosessuali.

Chapeau a Maria anche quando, proprio durante il famoso “ballo”, – uno dei classici momenti della trasmissione – decide di scende dagli scalini, di fare quei pochi passi che di solito la separano dal mondo che lei stessa ha creato, per diventare non corteggiatrice ma mamma che sussurra rassicurazioni e consigli, a quel ragazzo che ha invitato a ballare, perchè timidamente seduto sul trono consapevole che nessuno, per pudore, lo inviterà a scendere in pista.

Sono donna. Oggi non festeggiatemi.

Non festeggiatemi solo perché ho i cromosomi XX;

non festeggiatemi perché, nel 2016, ho ancora bisogno di “pari opportunità”;

non festeggiatemi perché posso essere mamma;

non festeggiatemi perché ogni traguardo raggiunto non è la normalità ma l’eccezione;

non festeggiatemi per la mia sensibilità;

non festeggiatemi perché è giusto ricordare un (solo) giorno all’anno.

 

Non festeggiatemi. Festeggiamo domani, tutti insieme.

Così sarà una vera festa. Una vera vittoria.

Sono donna. Oggi non festeggiatemi.

Non festeggiatemi solo perché ho i cromosomi XX;

non festeggiatemi perché, nel 2016, ho ancora bisogno di “pari opportunità”;

non festeggiatemi perché posso essere mamma;

non festeggiatemi perché ogni traguardo raggiunto non è la normalità ma l’eccezione;

non festeggiatemi per la mia sensibilità;

non festeggiatemi perché è giusto ricordare un (solo) giorno all’anno.

Non festeggiatemi. Festeggiamo domani, tutti insieme.

Così sarà una vera festa. Una vera vittoria.

Se la responsabilità fosse delle donne?

Se fossimo proprio noi donne ad aver creato il vuoto nelle pari opportunità?

Noi mamme, figlie, sorelle, zie, nonne, compagne, amiche, fidanzate, mogli,  dovremmo essere in prima linea nell’educazione alla cultura degli “stessi diritti”.

Dovremmo spiegare ai bambini che le donne che incontreranno nella loro vita, non sono nemiche; alle bimbe dovremmo spiegare che uno schiaffo, sul volto o all’anima, non è una forma d’amore ma è violenza pura e gratuita.

Dovremmo far capire ai bambini che la bellezza non è necessariamente sinonimo di “leggerezza” o non rende una donna “facile”. Le bambine invece, sin da subito, dovrebbero comprendere il sano valore di curare il proprio aspetto senza trascurare il fascino della cultura. L’incanto femminile è dato solo dall’unione del corpo e della mente.

Dovremmo prendere l’abitudine di raccontare ai bambini, come “favole  della buonanotte”, le vite degli uomini e delle donne che hanno reso speciale la nostra Storia. Dovremmo far in modo che sin da piccoli, i sogni dei bambini, siano popolati di cavalieri meno azzurri e più colorati e principesse non sempre rinchiuse in torri alte e isolate, con lunghe trecce bionde…i capelli ogni tanto devono essere tagliati e i cavalli bianchi lasciati.