Da qualche giorno Uomini e Donne (sì è una trasmissione che vedo. Sono una cattiva persona. Andrò all’Inferno con diavoli vestiti da tronista), accanto alle unghie finte e ai muscolieterosempreabbronzati, ha introdotto (finalmente!) il trono omo.

Un bel ragazzo (spreco della natura per noi donne etero) viene corteggiato da altri bei ragazzi (paradossalmente dall’aspetto più etero di tutti i tronisti e corteggiatori passati su quei sgabelli), lasciando fuori dallo studio le vocine in falsetto, le manine a farfallina da checche isteriche alla Enzo Miccio e gli abiti da parata del Gay Pride.

Sembrerà paradossale ma, una delle trasmissioni più trash della televisione (sempre mooolto meno di Pomeriggio/Domenica5), sta tentando una impresa che, se affidata ad altre trasmissioni impegnate, sarebbe stata fallimentare:

1. introdurre il tema della omosessualità tra un pubblico che va dalla Signora Maria al super figo palestrato, convinto di dover dimostrare tutto il suo macismo h24.
2. Dimostrare che, essere gay, non è una categoria sociale stereotipata o un fenomeno da baraccone incentrato solo su rapporti fisici e incontri casuali in discoteca.

Chapeau quindi alla Maria nazionale se, alle 15 del pomeriggio, nella tv generalista e macista, ha l’ambizione di parlare di sentimenti omosessuali.

Chapeau a Maria anche quando, proprio durante il famoso “ballo”, – uno dei classici momenti della trasmissione – decide di scende dagli scalini, di fare quei pochi passi che di solito la separano dal mondo che lei stessa ha creato, per diventare non corteggiatrice ma mamma che sussurra rassicurazioni e consigli, a quel ragazzo che ha invitato a ballare, perchè timidamente seduto sul trono consapevole che nessuno, per pudore, lo inviterà a scendere in pista.