Mettiamo subito le cose in chiaro: guardo Uominie&Donne.

Se questa diretta e aperta dichiarazione vi scandalizza siete autorizzati ad abbandonare la lettura.

Dicevamo…guardo Uomini&Donne, lo guardo perché durante la digestione non voglio nulla che appesantisca la mia attività intestinale.

Lo guardo da così tanto tempo che posso ritenermi un’esperta senior.

Sul trono rosso ho visto passare tanti addominali ed extension che neanche Ibiza, in alta stagione, riuscirebbe a contenerli.

Video di presentazione, versione più raffinata e patinata dei prediciottesimi; esterne con contenuti così “profondi” che Topolino a confronto è un trattato di alta filosofia; donne stile BungaBunga berlusconiano e uomini Big Jim, seduti sulle poltroncine da corteggiatori.

Un bel giorno però, nello studio di Cinecittà, il cielo di carta di pirandelliana memoria si strappa e, il fantastico teatrino fatto di perenni abbronzature e ricostruzione delle unghie, inizia a vacillare.

La fine del periodo berlusconiano; l’avvento dei social; la crisi economica e l’americanizzazione del lavoro, ha finito per fagocitare tronisti, corteggiatori ed esterne, lasciando come unica suprema superstite Maria che, accovacciata sulle sue scale, ha visto mode, gusti, leggi cambiare così tanto da non poterle ignorare.

Dopo il trono gay (ho già scritto cosa ne penso qui), arriva il tronista laureato alla Bocconi, di professione startupper che, più che in un video di presentazione, si lancia in un pitch.

Quando vi chiedete perché “Queen Maria” fa diventare oro tutte le trasmissioni che tocca, pensate che lei è un po’ come Zuckerberg: quello che non riesce ad inventare, lo imita.