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Elogio al giro di boa

Prima o poi il giro di boa arriva per tutti. Ci sono giri di boa unici ed irripetibili, dolorosi e ripetitivi, momentanei o definitivi, scelti o capitati “come per caso”. C’è chi nella vita conoscerà un solo giro di boa e chi invece ne vivrà tanti. Posso dire con certezza di appartenere al gruppo dei giri di boa seriali. Nella mia  vita infatti i giri di boa sono stati tanti, anche se non saprei dire con certezza quanti. Ogni volta, da lontano, inizio a scorgere una bella e tonda boa rossa che mi dice: Teresa, puoi aspettare tutto il tempo che vuoi con la tua barchetta in mezzo al mare; quello che non farai tu volontariamente lo farà la corrente. Il boa-pensiero come sempre si mostra lungimirante: le correnti mi spingono vicino vicino la boa, tanto che riesco a  toccarla, studiarla e guardarla nei dettagli. Il giro di boa, la svolta, il cambio di rotta, chiamatelo un po’ come volete, a questo punto diventa inevitabile. I timori del pre-giro, lasciano spazio all’euforia per il nuovo percorso, fino a quando i remi ritornano in barca, per aspettare l’ennesimo richiamo al cambiamento, che con un canto da provetta serena di Ulisse, ritornerà ad incantare le resistenze razionali della mie mente.

I primi vagiti

Dopo anni di gestazione (roba da far impallidire un elefante femmina), finalmente è venuto alla luce il “mio” blog: spazio virtuale, zibaldone, scatola, luogo di incontro, sfogatoio e pensatoio. Come ogni nuova creatura doveva avere un nome e la mia scelta è ricaduta su: sorellanongemella. Vi state chiedendo il perché di questa scelta? La risposta è banale: ho una sorella-non-gemella che automaticamente rende me non-gemella. Molto più interessante invece sarebbe parlarvi dell’ideatore del nome ma oggi mi riserbo la facoltà di non raccontare nulla e rimandare tutto al futuro.

Sorellanongemella ha anche un padre fatto di carne, ossa e tanti centimetri di altezza. Il suo nome è L o M a seconda delle situazioni. Grazie ad L ho potuto concretizzare un desiderio che altrimenti sarebbe rimasto ancora per molto tempo appollaiato sulla tastiera del mio pc. Come L incontrò T? Rimando al futuro anche la storia dell’incontro. Se vi rivelassi tutto subito continuereste a leggermi?

Mi presento

Barese, figlia di Pietro un artigiano della terracotta e Lucia, una delle donne più logorroiche al mondo; sorellanongemella di Aurelia, rifugio fantastico fatto di carne, ossa, capelli nero corvino e tanto kajal.

Ah dimenticavo mi chiamo Teresa…ma il nome non cambia le cose